Punta di GRIFONE (2406 m.) e Tomba di Matolda (2084 m.)

Valle di Susa
TORINO

La vetta della Punta di Grifone
A sinistra si distingue bene la cresta di salita

 

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Mappa dell' Itinerario

DISLIVELLO:
600 m. circa considerando le perdite di quota, 645 m. se si sale anche alla Tomba di Matolda.

ESPOSIZIONE: Sud

DIFFICOLTA': E ; in caso di nebbia possono sorgere difficoltà sulle praterie da quota 2050 m. circa, praterie che si percorrono in assenza di sentieri.

BREVE DESCRIZIONE
La Punta di Grifone è una bella vetta dalle forme eleganti posta sullo spartiacque tra valle Susa e val di Viù; la si sale agevolmente per ampie praterie partendo da quote relativamente elevate: nell'itinerario descritto si raggiunge ad esempio la non indifferente quota di 1925 m. presso l'alpe dei Rat, utilizzando una strada sterrata consortile (privata). L'intero percorso si sviluppa su pendii aperti a vasti panorami che spaziano dalle Alpi Liguri al Monte Rosa: nelle giornate più limpide non è raro vedere anche le cime delle alpi lombarde e addirittura delle alpi orientali.   La cima, il cui cucuzzolo appare soltanto nella prima parte del percorso, appare improvvisamente quando, raggiunte le praterie sommitali a quota 2320 m, già si assapora la soddisfazione di avere raggiunto la vetta: elegantemente piramidale, la si raggiunge con un ultimo sforzo, un poco imprevisto, seguendo una cresta erbosa che al primo impatto appare più severa di quello che poi risulterà effettivamente.   La posizione abbastanza isolata della Punta di Grifone consente di fruire di un panorama sicuramente entusiasmante: verso ovest appare l'intero spartiacque Susa-Viù con le severe forme della Punta di Lunella (m. 2772), oltre la quale spunta, spesso innevata, la piramide del Rocciamelone (m. 3528); spostandosi verso nord-ovest, il paesaggio è dominato dalle cime più note delle valli di Lanzo, tra cui il Monte Lera (m. 3335) e, più lontano, l'Uja Bessanese (m. 3604) e l'Uja della Ciamarella (m. 3676). Imponente, infine, la Torre d'Ovarda, posta sull'altro versante della val di Viù, completa il panorama verso del valli di Lanzo.   Grandioso appare infine l'arco delle Alpi Cozie, Marittime e Liguri, arco che si distende nella luce del mezzogiorno mentre verso sud-ovest un immenso mare di cime si distende perdendosi nelle vette del Delfinato.
La Tomba di Matolda (m. 2084), un nome che pare non abbia alcuna origine leggendaria ma che tragga origine soltanto dal nome di una famiglia locale e della forma a cupola della montagna, è una cima arrotondata che può essere facilmente salita da chi voglia limitare l'escursione ad una passeggiata turistica: la vetta non ha ovviamente le qualità paesaggistiche della Punta di Grifone ma rappresenta un buon punto d'osservazione verso il Civrari (m. 2302), una bella montagna, visibile anche da Torino, che rappresenta l'ultima elevazione di una certa asprezza posta sullo spartiacque tra Dora Riparia e Stura di Viù.

L'itinerario è stato pubblicato su ALPENNINO
periodico delle sezioni CAI della provincia di Alessandria - Ottobre 2003


Claudio Trova, Giuliano Tomasetti & Fulvio Ferrua

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