
DISLIVELLO:
600 m. circa considerando le perdite di quota, 645 m. se si sale anche alla
Tomba di Matolda.
ESPOSIZIONE:
Sud
DIFFICOLTA':
E ; in caso di nebbia possono sorgere difficoltà sulle praterie da quota
2050 m. circa, praterie che si percorrono in assenza di sentieri.
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BREVE
DESCRIZIONE
La Punta di Grifone è una bella vetta dalle forme eleganti posta sullo
spartiacque tra valle Susa e val di Viù; la si sale agevolmente per ampie
praterie partendo da quote relativamente elevate: nell'itinerario
descritto si raggiunge ad esempio la non indifferente quota di 1925 m.
presso l'alpe dei Rat, utilizzando una strada sterrata consortile (privata).
L'intero percorso si sviluppa su pendii aperti a vasti panorami che
spaziano dalle Alpi Liguri al Monte Rosa: nelle giornate più limpide non
è raro vedere anche le cime delle alpi lombarde e addirittura delle alpi
orientali. La cima, il cui cucuzzolo appare soltanto nella prima parte del percorso,
appare improvvisamente quando, raggiunte le praterie sommitali a quota
2320 m, già si assapora la soddisfazione di avere raggiunto la vetta:
elegantemente piramidale, la si raggiunge con un ultimo sforzo, un poco
imprevisto, seguendo una cresta erbosa che al primo impatto appare più
severa di quello che poi risulterà effettivamente. La posizione abbastanza isolata della Punta di Grifone consente di fruire
di un panorama sicuramente entusiasmante: verso ovest appare l'intero
spartiacque Susa-Viù con le severe forme della Punta di Lunella (m.
2772), oltre la quale spunta, spesso innevata, la piramide del
Rocciamelone (m. 3528); spostandosi verso nord-ovest, il paesaggio è
dominato dalle cime più note delle valli di Lanzo, tra cui il Monte Lera
(m. 3335) e, più lontano, l'Uja Bessanese (m. 3604) e l'Uja della
Ciamarella (m. 3676). Imponente, infine, la Torre d'Ovarda, posta
sull'altro versante della val di Viù, completa il panorama verso del
valli di Lanzo. Grandioso appare infine l'arco delle Alpi Cozie, Marittime e Liguri, arco
che si distende nella luce del mezzogiorno mentre verso sud-ovest un
immenso mare di cime si distende perdendosi nelle vette del Delfinato.
La Tomba di Matolda (m. 2084), un nome che pare non abbia alcuna origine
leggendaria ma che tragga origine soltanto dal nome di una famiglia locale
e della forma a cupola della montagna, è una cima arrotondata che può
essere facilmente salita da chi voglia limitare l'escursione ad una
passeggiata turistica: la vetta non ha ovviamente le qualità
paesaggistiche della Punta di Grifone ma rappresenta un buon punto
d'osservazione verso il Civrari (m. 2302), una bella montagna, visibile
anche da Torino, che rappresenta l'ultima elevazione di una certa asprezza
posta sullo spartiacque tra Dora Riparia e Stura di Viù.
L'itinerario
è stato pubblicato su ALPENNINO
periodico delle sezioni CAI
della provincia di Alessandria - Ottobre 2003
Claudio Trova, Giuliano Tomasetti
& Fulvio Ferrua
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