Monte EBRO (1700 m.)

Val Borbera (AL)

DISLIVELLO:
450 m. circa considerando le perdite di quota (vedi mappa)

ESPOSIZIONE:
Nord-Est quando non si procede sul crestone spartiacque.

DIFFICOLTA': E

 

Nell'immagine a lato:
In cima al monte Ebro, la vetta più elevata dell'Appennino in Piemonte.

Mappa dell'itinerario

BREVE DESCRIZIONE
L'Ebro è meta sicuramente interessante per almeno tre motivi: innanzi tutto la sua cima rappresenta il punto più alto dell'Appennino Piemontese. Le sue morbide praterie sommitali, che ricoprono una vetta comunque ben visibile dalla pianura alessandrina, sono in secondo luogo assai ricche di interessanti fioriture di numerose specie tipicamente alpine (nigritella, genziana, arnica, ....) mentre i suoi pendii sono ricoperti di ombrose faggete, spesso ad alto fusto, il cui verde intenso è qua e là interrotto nella tarda primavera dalle delicate composizioni floreali del maggiocondolo. La posizione isolata e panoramica del punto culminante costituisce infine la terza buona ragione per salire questa montagna in una bella e limpida giornata di primavera inoltrata: con un po' di fortuna è possibile osservare da una parte quasi l'intero arco alpino, dalle Marittime alle Alpi del Triveneto, e dall'altra il Mediterraneo. Interessante anche il colpo d'occhio verso sud-est dove, oltre il monte Chiappo, appaiono altre montagne relativamente famose dell'Appennino Settentrionale, quali il Lesima, il monte Alfeo (già in Emilia) e, più lontano, il Maggiorasca ed il monte Penna, che con le loro cime (che superano i 1800 metri) svettano nella lontana val d'Aveto. 

L'itinerario è stato pubblicato su "ALPENNINO" periodico delle sezioni C.A.I. della provincia di Alessandria - Agosto 1999 
(Claudio Trova - "Una giornata, una vetta: monte Ebro e monte Panà").

Claudio Trova & Giuliano Tomasetti

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